Retrobit: Streets of Rage, i pugni di SEGA

This city was once a happy, peaceful place… Untill one day, a powerful secret criminal organization took over. This vicious syndicate soon had control of the government and even the police force. The city has begone a center of violence and crime where no one is safe…..

Bare Knuckle

Era così, con queste parole incorniciate dalla rivoluzionaria musica di Yuzo Koshiro, che si apriva Bare Knucle (in Giappone, Streets of Rage in America ed Europa) il primo capitolo di una delle migliori serie di SEGA, nata nel 1991. Il primo capitolo non fu un successo globale, in Giappone non vendette molto, ma al contrario in America ebbe un notevole successo, proprio come la console su cui uscì. All’epoca il re dei beat’em up arcade era rappresentato da Final Fight della Capcom che, nella sua versione casalinga, venne portato su svariati sistemi, Super Nintendo compreso, ma non su Mega Drive. Tecnicamente il titolo Capcom era avanti rispetto a Bare Knuckle, ma nella versione console non conteneva una modalità multigiocatore, cosa che aveva invece il titolo SEGA. Ciò venne molto apprezzato dal pubblico di videogiocatori americani ed anche lo stile grafico del titolo era molto più vicino alla street culture americana piuttosto che a quella nipponica.

Bare Knuckle II

A causa delle poche vendite in Giappone però il titolo stava per esser messo in cantina, ma grazie all’intuizione di Tom Kalinske, all’epoca presidente della divisione americana SEGA (1990-1996) che spinse molto per la realizzazione di un seguito, il secondo capitolo vide la luce…. E la vide prima proprio in America, nel 1992 dove Streets of Rage 2 fu un incredibile successo. Graficamente il titolo era notevolmente migliorato (tra il team dei graphic designer vi era anche la sorella di Yuzo Koshiro, Ashino Koshiro), la giocabilità venne resa più fluida e varia grazie ad un parco mosse differente per ogni personaggio, che qui sono quattro anziché tre ed a due special moves ed un colpo semi-speciale diversi per ognuno dei quattro. Anche la varietà dei nemici venne ampliata e la colonna sonora, sempre strepitosa, venne curata ancora una volta da Yuzo Koshiro stavolta però affiancato da Motohiro Kawashima. Il re dei beat’em up era stato spodestato.

Bare Knuckle III

Nel 1994 vide la luce il terzo ed utlimo capitolo della serie che però, a causa di una pesante censura nelle sue versioni americana ed europea, fu un fallimento e venne considerato un titolo non all’altezza del suo predecessore. In realtà Bare Knuckle 3 era un buon titolo che rifiniva ulteriormente il gameplay della serie. Le mosse speciali di ogni personaggio, grazie ad una barra che si riempiva gradualmente, potevano venir eseguite senza perdere parte della propria vita, ma solo una volta che questa era piena. Un differente moves set venne implementato anche per le diverse armi ed oggetti. Era presente anche un semplice sistema di potenziamento dei colpi che ogni 40.000 punti ci ricompensava con una stella, fino ad un massimo di tre, rendendoci più forti e veloci. Ad ogni morte però una di queste stelle ci veniva tolta. Inoltre ogni personaggio poteva correre. Infine, per dare maggior longevità al titolo, vennero reintrodotti i finali multipli, qui quattro anziché due come in Bare Knuckle I ed assenti in Bare Knuckle II. La serie, dopo un sonno criogenico di ben 26 anni, si è risvegliata con un quarto capitolo ed un omaggio alla serie Yakuza intitolato Streets of Kamurocho.

Link di approfondimento

https://streetsofrage.fandom.com/wiki/Streets_of_Rage_Wiki

https://ilovevg.it/2020/05/streets-of-rage-storia/

https://it.wikipedia.org/wiki/Streets_of_Rage

https://it.wikipedia.org/wiki/Streets_of_Rage_2

https://it.wikipedia.org/wiki/Streets_of_Rage_3

Soundtrack and Yuzo Koshiro link

https://streetsofrage.fandom.com/wiki/Category:Soundtracks