Micromusic

Con intervista a Fabio “Kenobit” Bortolotti

Esperimenti Sonori

Nell’ ultimo ventennio abbiamo assistito ad una nuova rinascita della computer music tra cui la chiptune.

Le radici della computer music risalgono all’ incirca al 1950 quando il programmatore Geoff Hill costruì il primo computer musicale su base CSIRAC.

In Italia, il professor Pietro Grossi, pioniere italiano della musica Elettronica e della computer music, fondò nel 1963 lo studio di Fonologia Musicale di Firenze. Nel 1965 ottenne la prima cattedra italiana di Musica Elettronica al conservatorio di Musica di Firenze.

 “…Ho preso il quinto Capriccio di Paganini, ho perforato le schede e, fatto il pacco di schede, consegnate al computer, il computer le suonava. Il computer ha suonato subito alla perfezione il testo che gli avevo dato, e immediatamente dopo, ho potuto fare di quei suoni quello che volevo. Questo per me era un salto incredibile. È stata un’emozione straordinaria…

Il primo audio streaming della storia con la prima esperienza di musica telematica risale al 1970, frutto di una collaborazione tra la Fondazione Manzù di Rimini ed il centro nazionale Universitario di Calcolo Elettronico di Pisa.

Fu proprio nei tardi anni 70 che le prime console/computer da gioco iniziarono ad essere dotate di chip integrati dedicati proprio alla generazione del suono. Un primo esempio fu quello dell’ Atari VCS con il suo chip TIA dotato di due voice channel. Iniziarono così ad esser programmati e distribuiti su larga scala anche i primi software per la creazione musicale come ad esempio l’ Atari Music Composer distribuito su Atari 400 ed 800. Seppur si trattava di software abbastanza intuitivi era però spesso necessaria una buona conoscenza del linguaggio di programmazione Assembly.

Rivoluzione Commodore

La vera rivoluzione sonora però avvenne per mano della Commodore International con l’avvento del Commodore 64: lanciato sul mercato nel 1982, era dotato del chip sonoro SID di MOS Technology. Assistemmo alla nascita di un vero e proprio movimento musicale che ebbe diffusione mondiale e che tuttora ha la sua nutrita schiera di appassionati e smanettoni. E’ con tutta certezza da collocare proprio in quest’epoca la nascita e la diffusione della musica Chiptune, della micromusic, grazie al diffondersi della cosiddetta “Demoscene” dove assistemmo a svariati fenomeni di Cracktro.

IL SID

I modelli utilizzati sul commodore 64 furono il 6581 ed il 8580 su Commodore 64C, quale dei due suoni meglio è ancora da appurare con certezza, nonostante il chip 8580 introdusse diverse migliorie tecniche.

Il SID è in grado di sintetizzare tre voci separate, utilizzando per ciascuna voce un’onda quadra(con duty cycle variabile), triangolare, a dente di sega, un rumore pseudo-casuale (non bianco) o alcune forme d’onda più complesse combinandone di più elementari. È possibile applicare un inviluppo alla voce affinché le note si attenuino nel tempo, modulare tra loro due voci moltiplicando tra loro le uscite con una tecnica detta modulazione ad anello (in realtà nel chip 6581 questa caratteristica funziona solo per alcune forme d’onda), e la possibilità di introdurre dei filtri analogici la cui frequenza di taglio si può scegliere a piacere. Il tipico suono del SID è dovuto alla combinazione di queste caratteristiche. I filtri sono ottenuti tramite dei condensatori esterni al chip, con i quali il chip realizza dei filtri controllati digitalmente a frequenza di taglio e risonanza programmabile. È anche possibile utilizzare una porta audio esterna, il cui segnale passerà attraverso il filtro.

Fu proprio durante l’epoca del Commodore 64 che facemmo la conoscenza di veri e propri artisti/compositori musicali come Martin Galway, Rob Hubbard, Chris Hulsebeck, David Whittaker, Ben Daglish, vere leggende dell’ epoca, ognuno con il loro stile riconoscibile.

Celebre è il caso di plagio di Kernkraft 400 con la sua Zombie Nation, copiata nientemeno che da David Whittaker dalla sua Lazy Jones.

Ed ora Zombie Nation

Anche sul fronte orientale, dai primi anni 80 in poi, la musica dei videogiochi iniziava ad essere presa molto sul serio ed i grandi nomi non mancarono neanche nella terra del sol levante: stiamo parlando di compositori leggendari come Koji Kondo (Nintendo), Hirokazu “Hip” Tanaka (Nintendo), Kinuyo Yamashita (Konami/Natsume), Naoki Kodaka (Sunsoft), la Konami Kukeiha Club, Tamayo Kawamoto (se vi va cliccate di seguito su Betta Flash) ed altri.

Nonostante il grande talento di questi compositori, sul fronte casalingo, il NES non aveva però la stessa verve sonora del C64.

La console di casa Nintendo montava un Ricoh 2A03, Ricoh 2A07 nella versione PAL della console, che seppur aveva cinque canali audio, non raggiungeva le possibilità di programmazione che aveva il SID del Commodore 64. Nonostante ciò furono molti i brani musicali composti su NES che fecero la storia della musica dei videogiochi.

Nel video seguente vengono spiegati e risolti alcuni dei limiti tecnici di questo chip. Se queste cose vi interessano vi invito a dare un’ occhiata al canale di KYLXBN:

DuckTales – The Moon

Il piccolo grande mago della musica

Menzione d’onore va fatta per il Game Boy; la più famosa console portatile di casa Nintendo venne realizzata da Gunpei Yokoi ed uscì nel 1989. Da allora, in quanto a portatili, non ce ne fu più per nessuno. Il mattone è oggi un bellissimo pezzo di storia dei videogiochi nonché icona pop mondiale. La sua produzione s’interruppe nel 2003, ma già nel 1997 uscì la sua evoluzione, il Game Boy Pocket. Dal 2000 circa, in poi, seguirono anni forse un po’ bui per la chiptune, ma il fuoco della scena underground non si spense. Una nuova ventata di entusiasmo sonoro era pronta a gonfiare le vele grazie proprio ad una nutrita schiera di appassionati di musica, fatta con onde quadre, che più quadre non si poteva. Come su una tavola da surf siamo in molti oggi a cavalcare quest’onda sonora, agitata da sentimentalismo, cultura videoludica, cinematografica, musicale che ha rimescolato determinate caratteristiche di differenti epoche culturali, riuscendo ad unire diverse generazioni.

Grazie a programmi come LSDJ e Nanoloop sono oggi in molti quelli che compongono pezzi musicali attraverso questa console ed addirittura c’è chi ci fa veri e propri concerti live. In Italia non possiamo non citare il musicista Fabio “Kenobit” Bortolotti, ma a fare la storia Italiana della chiptune o meglio Game Boy music furono anche tanti altri: Cobol Pongide, Mangaluca, LO_LO, Micropupazzo, Dj Minaccia, Fish n Chip 8 Bit, Gigi De Martino, Dj Balli, Arottenbit, Chipzel, Microbixia, Cowboy Bitpop, Tokyo Apartments, Meru e per concludere, anche se ce ne sarebbero molti altri, cito il progetto musicale che mischia Game Boy e strumenti musicali classici, portato avanti dal gruppo Bunny Black.

Intervista a Fabio “Kenobit”Bortolotti

Super Mario Land ending theme

Square Sound 2019

Curiosità: per chi è Marchigiano ed abita in provincia di Ancona, farà piacere, o rodere se lo si è perso, sapere che a Falconara si teneva un grande evento di micromusic che riuniva la scena italiana: stiamo parlando del festival Elettrozolla.

Il Game Boy era dotato di un chip audio a quattro canali, due onde quadre, un canale per generare diverse forme di onda ed infine il canale noise…. Potrebbe sembrare poco, ma quello che mani esperte possono creare e far uscire dalle casse è davvero incredibile.

La seconda rivoluzione musicale

L’interesse verso la musica nei videogiochi e la sua importanza ai fini della qualità globale di un’ esperienza videoludica cresceva sempre più e questo significava dotare le console di chip sempre più performanti. In Giappone SEGA introdusse all’ interno del Mega Drive un chip audio FM prodotto da Yamaha con sigla YM2612, dotato, tra le varie migliorie tecniche, di sei canali FM simultanei dotati ognuno di quattro oscillatori. In pratica quasi un vero sintetizzatore FM. Non solo SEGA, ma anche Fujitsu utilizzò questo chip sul suo computer FM Towns, ma la prima aveva dalla sua Yuzo Koshiro (assieme ad il sempre dimenticato, ma talentuoso, Motohiro Kawashima)! Con Streets of Rage, 1990, SEGA non scrisse solo una parte importante della storia dei picchiaduro a scorrimento, ma anche della musica chiptune grazie all’enorme abilità di programmazione e composizione degli artisti Yuzo Koshiro e Motohiro Kawashima.

Sul fronte Nintendo le cose andavano un po’ peggio per via di un chip audio più restrittivo in termini di programmazione; nonostante il chip Sony SPC700 fosse dotato di otto canali di audio campionato, quindi non sintetizzato, e diversi tecnicismi all’avanguardia, presentava delle limitazioni tecniche che rendevano un’inferno la programmazione del suono su SNES.

Tuttavia, grazie all’abilità ed alla voglia di sperimentare che permeava l’ambiente musicale dei videogiochi all’epoca, potemmo e possiamo udire tutt’ora pezzi leggendari come quelli firmati da David Wise per Donkey Kong il quale aveva già dimostrato il suo talento su NES e Game Boy, ma è innegabile che per DK compose delle vere delizie sonore.

Infine non posso non menzionare il PC Engine di casa NEC che con il suo HuC6280 suonava davvero bene, per molti fu addirittura la miglior console, dal punto di vista sonoro e non solo, della generazione 16bit, nonostante fosse in realtà un 8 bit. A sentire quel che fuoriusciva dalle casse quasi che tocca dargli ragione a questi sostenitori del PC Engine! Purtroppo però tale console non venne mai distribuita al di fuori del continente nipponico ed anche in patria non ebbe il successo delle sue rivali firmate Nintendo e Sega.

Il PC-Engine era dotato del chip HuC 6280 con sei canali programmabili. I bassi generati da tale chip erano molto profondi ed utilizzando i canali uno e due era possibile ottenere un LFO, low frequency oscillator, in modo tale da generare suoni simili a quelli di un sintetizzatore FM. Aveva anche la possibilità di riprodurre samples a 5bit in PCM che con un determinato tecnicismo potevano diventare a 10 bit.

La rivoluzione Playstation

Un piccolo accenno va fatto alla storia musicale di Sony che con la prima Playstation rivoluzionò il mondo della musica nei videogiochi che via via nel tempo è ormai divenuta fenomeno mondiale con concerti di ogni tipo. L’ idea di implementare un lettore cd su di una console casalinga fu una rivoluzione sia software che audio grazie alla possibilità di registrare e riprodurre veri strumenti musicali. Il mondo delle colonne sonore per videogiochi si evolse nuovamente ed il risultato è impresso e resterà impresso nelle orecchie di tutti i videogiocatori e non solo e, probabilmente, proprio grazie a questo superamento dei limiti tecnici sonori che attanagliavano le ere ad 8 e 16 bit, ha fatto riesplodere la voglia di, come detto da Kenobit, fare una vera e propria scelta artistica tornando a programmare musica su chip obsoleti, limitati, rendendoli dei veri e propri strumenti musicali dove il limite è ora posto solo dalla creatività. Il risultato? Quella che in molti amano definire “muscia vera”, di ogni genere e per tutti i gusti….Quasi.

La micromusic, la chiptune, la BGM sono più vive che mai. Pump up the Volume!

Luca “Eikichi Oniluca” Martis

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Musica, maestro!