ElettroLudica: (no need to) insert coin(s)

Vi siete mai chiesti che cosa è il videogioco?

Arte?

Cultura?

Socialità?

Passatempo?

Divertimento?

Apprendimento?

Allora che cosa è il videogioco?

Wikipedia: Software che, per mezzo di una grafica sofisticata, simula situazioni di carattere ludico (competizioni sportive, combattimenti o sfide di vario genere ambientate nei luoghi più diversi), permettendo a uno o più giocatori di giocare sia tra loro sia contro il computer; può essere installato in un dispositivo elettronico specializzato, come quelli presenti nelle sale giochi, oppure in un personal computer.

Treccani: dispositivo elettronico (ingl. videogame) che consente di giocare interagendo con le immagini di uno schermo.

Dizionari Repubblica: Gioco elettronico per uno o più giocatori, costituito da programmi memorizzati e da un terminale video, che permette di simulare situazioni reali, come competizioni sportive o immaginarie, sulle quali si interviene agendo su tastiera o joystick
Il supporto magnetico di tali giochi
L’apparecchio sul quale si gioca

Sono tutte definizioni molto tecniche, ma che mancano di un complemento oggetto specifico e determinante per definire che cosa è il videogioco; è un ‘esperienza multimediale che può avere differenti scopi, divulgativo, sociale, scientifico, applicativo, simulativo, culturale, di puro intrattenimento. Può essere molte cose, ma in ogni caso si tratta di esperienze, esperienze interattive, sensoriali e multimediali.

Una definizione che a me piace molto è quella contenuta nel libro “La Storia del Videogioco: dagli anni 50 ad oggi” di Marco Accordi Rickards: il videogioco è un’ opera multimediale interattiva, cioè un prodotto culturale autoriale che si esprime attraverso una specifica forma interattiva utilizzando uno o più mezzi espressivi.

Prima di arrivare a questa definizione ci sono però voluti decenni. Il videogioco come lo conosciamo oggi, nasce da un’intuizione e fu la risposta alla domanda che Ralph Bear (creatore della prima home console della storia, il Magnavox Odyssey) si pose alla fine degli anni 60, nel 1966 circa: cosa si potrebbe fare con un televisore oltre che guardare i programmi televisivi? La prima cosa che venne in mente a questo ingegnere fu: giocare!

Fu proprio in questi anni che iniziò la rivoluzione del videogioco; da pura sperimentazione scientifica ed universitaria, passando per il mondo dell’intrattenimento, fino ad arrivare ad oggi dove i connotati di tale opera multimediale interattiva sono molteplici.

Se l’intuizione di Bear rappresentò la scintilla per il punto zero di questo cambiamento, chi farà decollare l’industria videoludica (per poi rischiare anche di terminarla) sarà Nolan Bushnell con la sua compagnia: Atari, il cui significato è “colpire nel segno”.

Pensate a Pong.

Avoid missing ball for high score, Pong 1972

Il gioco creato da Alcorn per Atari, sulla base di un’ idea di Nolan Bushnell, copiata proprio dal padre dell’industria videoludica, Ralph Bear, venne testato in una taverna: la Andy Capp’s Tavern sita a Sunnyvale (non Sunnydale) in California. La leggenda narra che il videogioco riscosse così tanto successo da venir intasato dalle monetine dei giocatori, obbligando Bill Gattis, il proprietario della taverna, a chiamare Alcorn per ricevere assistenza tecnica. Da qui in poi i coin-op crebbero di successo fino a far divenire le sale giochi dei luoghi di tendenza, con il loro maggior splendore durante gli anni 80 fino ad arrivare ai primi anni 90.

Anche Home Pong, home console dedicata al titolo, che venne commercializzata nel 1975, fu un successo.

Questi sono solo alcuni degli eventi che hanno caratterizzato la storia dell’industria videoludica e della sua evoluzione e come per ogni cosa che cambia ed evolve con il trascorrere del tempo, molte delle esperienze e delle sensazioni derivate da esse, non potranno più essere vissute in prima persona…. O forse no?

L’emblema di quella che viene definita “golden age” dei videogiochi era la sala giochi.

Oggi le sale giochi sono quasi tutte defunte, appannaggio malinconico di chi le ha vissute sulla propria pelle, ma la possibilità di rivivere le sensazione di tali ambienti, dei cabinati e non solo, è rinata grazie ad un progetto che ha preso vita ad Avezzano (AQ): Elettroludica.

Si possono avere tutte le console del mondo in casa, ma giocare con un cabinato, in un ambiente illuminato dalle luci che fuoriescono dagli schermi a tubo catodico, da led e neon di vari colori e tonalità, immersi in tutti quegli effetti sonori creati con pochi bit a disposizione, circondati da altre persone, che siano spettatori o sfidanti, amici o sconosciuti, è un’ esperienza che solo una sala giochi può regalarti come si deve.

Elettroludica è anche più di questo….

Se la location esterna non brilla agli occhi (ma diamo tempo al tempo), sarà invece la realizzazione del progetto curato dai ragazzi di Elettroludica a stupirvi per quanto bello, interessante, ottimamente concepito e vasto.

Dobbiamo ammettere che abbiamo fatto un poco di fatica per trovare l’ingresso.

Sito lungo una via laterale non ben segnalata, si tratta di una porta anonima; il sommo poeta scriveva “lasciate ogni speranza, voi ch’ entrate” (è il suo settecentesimo anniversario, mettiamo dentro anche lui su) e così potrebbe sembrare vedendo quella porticina ed invece, varcata la soglia di elettroLudica, vi attenderanno un sacco di meraviglie. Il paese dei balocchi per chi ama questo mondo, un luogo di speranza e divertimento per vecchi nerd ed appassionati di game culture.

Elettroludica non è solo una sala giochi, ma è un museo del videogioco e del flipper che parte dal 1970 e termina il suo viaggio nel 2000. Più precisamente è un’ associazione culturale che si pone il non facile intento di preservare e valorizzare il patrimonio delle macchine da intrattenimento elettromeccanico ed elettronico e quanto più materiale possibile ad esse collegato ed inoltre di rendere accessibile a tutti la storia dell’intrattenimento elettronico provandola in prima persona. Entrare in questa macchina del tempo significa percepire subito quanta passione ed amore verso il videogioco, inteso come divertimento, aggregazione, convivialità, cultura, arte, siano stati riversati nella realizzazione di quello che realmente è: la più grande esposizione europea con cabinati, flipper, computer e console, funzionanti!

Una volta entrati non si può che restare stupefatti dalla mole di contenuti, suddivisi in differenti aree: espositive, come quella museale e quella dei flipper, le due aree sala giochi, la sala prova console e la sala prova home computer.

Tutte pienissime.

Non esagero dicendovi che potrete trovare quasi tutti i titoli più famosi usciti in sala giochi dagli anni 70 al 2000.

La cosa eccezionale è che una volta fatta la tessera dell’associazione culturale, ogni cabinato, flipper, console ed home computer sarà giocabile illimitatamente (tranne ovviamente quelli presenti nell’ area museale) e possiamo garantirvi che di materiale da giocare ce n’è tantissimo. Tanto che le ore li dentro passeranno davvero velocemente, talmente veloce che una volta usciti potrete dire di aver assaporato in poco tempo trent’anni di storia del videogioco.

Se siete appassionati di questo mondo, che siate vecchi videogiocatori o giovani gamers, dateci retta, prendetevi una giornata e dirigetevi verso Elettroludica.

Prima di chiudere vorrei spendere due parole sulle persone dietro al progetto Elettroludica delle quali abbiamo avuto il grande piacere di conoscerne alcune e con cui abbiamo scambiato quattro piacevoli chiacchiere: amichevoli, disponibili e gentili, riescono a farti percepire tutta la passione che stanno riversando in questo progetto.

Non sarà una sfida semplice, ma noi faremo il tifo per loro, speranzosi anche nel fatto che il comune dell’ Aquila si accorga di quale opera siano stati in grado di realizzare questi ragazzi e delle potenzialità che ha un tale luogo, adoperandosi per farli crescere ulteriormente.

Facciamo quindi gli auguri per un futuro fatto di successi a Fabio Rubeo, Alessandro Nebbia ed Erik Pede, i fondatori di Elettroludica, a Mario Ciciotti (presentatoci come il capo supremo), Isabella, Raffaella, Ettore ed il tecnico Antonio.

Prima di andarvene lasciatevi guidare da Deadpool in un bellissimo tour virtuale all’interno di elettroLudica:

elettroLudica virtual tour